Dieta, Ormoni e l’altalena glicemica nel paziente non Diabetico


Troppo spesso la disinformazione è il tronista/protagonista assoluto nei dibattiti “altaMente scientifici” (in senso ironico chiaramente) che si affrontano nei vari salotti televisivi o nelle riviste che non hanno alcun peso medico-scientifico.
Ma perchè in questi show tutti parlano di dieta, nutrizione, qualità e composizione degli alimenti dicendo mostruosità anti-scientifiche sul tema?
Perchè parlano di qualcosa veramente importante e intimo come la connessione dell’organismo umano con l’esterno… Eh sì, il tubo digerente è un pezzo di esterno che ci attraversa dentro come una lama di un coltello nel burro! 
È talmente esterno a noi che se perdiamo del sangue nel tubo digerente o sul pavimento della nostra casa non fa nessuna differenza!
La complessità di tutto l’apparato digestivo con organi e ghiandole annesse (pensiamo alle secrezioni fegato-biliari e del pancreas), tutto il sistema neuro-ormonale di controllo della produzione dei succhi gastrici e della neutralizzazione dello stesso succo una volta passato dallo stomaco all’intestino tenue ect …
E poi la il meccanismo dell’assorbimento e del trasporto delle sostanze nel sangue e da qui il loro effetto su organi e apparati, quindi sulla produzione di ormoni.
Il tutto controllato da un sistema talmente fine neuro-ormonale che ancora oggi è sotto oggetto di studio.
Perché allora parlare di un argomento governato da leggi talmente complesse (e molte ancora da scoprire) facendo finta che queste leggi non esistono? 
Chi si sognerebbe mai di fare talk show sulla neurochirurgia come quelli infantili che si fanno sulla nutrizione? 
Ritornando sull’effetto ormonale, qualsiasi tipo di dieta determina una modificazione sulla produzione ormonale e questo è quello che ci spaventa (senza motivo direi) ma è profondamente vero!
Perchè la paura della “dieta ormonale” è infondata?
Semplice, noi sappiamo che se mangiamo troppi zuccheri aumenta la produzione di un ormone…? Esatto è quello che stiamo pensando, l’ormone insulina.
Se il cibo così facilmente interviene sulla secrezione dell’insulina (basta un semplice frutto mangiato come spuntino lontano dai pasti per far innalzare i livelli di insulina) perchè la dieta non deve modulare anche la produzione di altro?
Quindi diffidate da chi vi propone diete dimagranti senza mai dare nessuna spiegazione sugli effetti di quella dieta su organi e apparati.
L’approfondimento sulla costellazione ormonale lo lascerei per un altro articolo, ora vorrei concentrami sulle oscillazioni glicemiche in un soggetto non diabetico magari in dieta dimagrante analizzando alcune proposte nutrizionali.

DIETA DI TIPO “CLASSICO”

Colazione: fette biscottate con marmellata e tè con zucchero e limone
Spuntino di metà mattina e pomeriggio con frutta fresca
Pranzo: 80 g di pasta a scelta, 70 g di crudo o mozzarella, verdura bollita e frutta fresca a scelta a volontà il tutto condito con massimo 3-4 cucchiaini di olio
Cena: simile al pranzo come concetto
Sapete quello che succede al nostro corpo quando tagliamo la quota di grassi come suggeriscono la maggior parte di specialisti in nutrizione?
Ve lo mostro in questo grafico:



Grafico 1: estratto dal libro The Pioppi Diet


Questa curva si riferisce ad un intervallo di tempo di 2-3 ore, quindi questa situazione si ripete a fotocopia almeno 5 volte (ogni giorno) se ho una dieta di “tipo classico”.
Tradotto in termini semplici significa che se mangio troppi zuccheri semplici ho una impennata (spike) dei livelli di glicemia nel sangue seguito da un largo aumento della produzione di insulina e quindi un crollo (crash) dei livelli di glicemia che danno il senso della fame, soprattutto per zuccheri. 

Ancora più semplicemente: se faccio una colazione (come quella indicata dalla dieta “classica”) questa altalena nei livelli di glicemia mi porterà ad avvertire il senso della fame a metà mattinata.

DIETA CON GRASSI

Colazione: bruschetta con burro e marmellata e tè con zucchero e limone
NO SPUNTINI: in caso di necessità usare alimenti grassi come frutta secca
Pranzo: bruschetta olio e sale, 100 g di crudo o 200 g di carne in padella aglio, olio e peperoncino, verdura ripassata in padella aglio, olio e peperoncino e 100 g di frutta (condimento: olio abbondante per ogni ricetta del pasto)
Cena: simile al pranzo come concetto ma con pasta.
In questo secondo caso la presenza dei grassi evita gli innalzamenti di glicemia come mostrato dalla figura in basso.
Grafico 2: creato dal Dr. Baldini ed estratto dal grafico 1.

                        
Come si può facilemente intuire in questo secondo grafico l’innalzamento glicemico è molto ridotto e di conseguenza anche il crollo glicemico (in rosso) risulta meno ridotto.
Tutto questo è confermato dalla mancanza del senso di fame a metà mattina o pomeriggio, segno che la glicemia è molto più stabile e controllata.

L’idea di dare diete ipocaloriche o a ridotto contenuto di grassi non ha alcun riscontro scientifico ed il calo di peso (quindi non il dimagramento) è solo un falso risultato non contestabile da persone che non hanno conoscenze scientifiche adeguate.


Referenza:

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